Mondo
Mondiali, lascesa sudafricana
Johannesburg/ Così il paese sta avvicinandosi allappuntamento del 2010
di Redazione
In Sudafrica non si parla d?altro, ma il dibattito non è tanto centrato sugli aspetti sportivi del 2010 quanto sulla capacità del Paese di uscirne a testa alta. Si lavora a Johannesburg, Durban, Città del Capo, le grandi metropoli, ma si lavora anche a Nelspruit e Polokwane, le cittadine di provincia che ospiteranno alcuni degli incontri e che non avevano stadi grandi abbastanza per un Campionato del mondo. Si costruiscono stadi, sì, il più grande a Città del Capo, ma anche aeroporti, ferrovie, case per i baraccati che si vorrebbero far sparire prima del fischio di inizio, piazze per le centinaia di migliaia di sportivi che non riusciranno ad andare allo stadio e dovranno vedere le partite su schermi giganti; parchi e giardini dove i 300mila visitatori stranieri attesi per l?evento possono trascorrere parte delle ore che non passeranno a guardare le partite.
Il Sudafrica è tutto un immenso cantiere. Si lavora, si lavora tanto. Il Paese è affamato di cemento da mettere a disposizione di un?industria edilizia che ormai funziona al massimo della capacità e avrebbe bisogno di migliaia di ingegneri e decine di migliaia di operai specializzati, che il grande serbatoio di disoccupati non è in grado di fornire, perché milioni di persone calamitate dalle aree metropolitane non hanno alcuna competenza utile in una società moderna e i governanti si sono dimenticati di completare il diritto all?istruzione con quello a imparare un mestiere.
Il Paese è diviso in due. Gli ottimisti non esitano ad appiccicare ai dubbiosi l?etichetta di ?disfattismo?, arrivando quasi a parlare di tradimento. Primo fra tutti il presidente Thabo Mbeki, che su questa impresa si gioca tutto il prestigio che avrà accumulato in 15 anni di esercizio del potere, anche se per ironia della sorte non sarà lui a raccogliere i frutti del successo che ritiene certo: il mandato presidenziale scale nel 2009.
I 13 anni dell?era Mbeki, che già governava da vice presidente quando il presidente era Nelson Mandela, hanno prodotto una crescita economica senza interruzioni, che quest?anno potrebbe superare il 6% e che in alcune province, per l?effetto traino dei Mondiali, potrebbe avvicinarsi al 10%. Il Sud Africa, che soltanto nel 1994 usciva da decenni di oppressione e discriminazione, con la popolazione bianca che accumulava in casa scorte alimentari per la paura di non potersi più avventurare in strada per fare la spesa in questi pochi anni ha costruito milioni di abitazioni per i più poveri; ha visto milioni di neri entrare nella media borghesia, un piccolo numero di neri diventare miliardari e milioni di bianchi arricchirsi più di prima; ha posto le basi per un Rinascimento africano, ha rilanciato l?Unione Africana sulle macerie dell?Organizzazione per l?Unità Africana, ha fatto meritatamente ingresso, assieme all?Italia, nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, avendo mediato in alcuni difficili trattati di pace e conferito contingenti di truppe a quasi tutte le missioni dell?Onu e dell?Unione Africana nel continente. (C.M.)
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